“Piccola barca, grande marinaio“
Questa antica citazione riassume un radicato convincimento della gente di mare. D’altronde è ovvio come affrontare le sfide del mare su una barca piccola richieda maggiore ardimento che a bordo di un grande bastimento. Ma vediamo come l’argomento della sicurezza in mare è stato affrontato sul P8.
Cosa significa “barca innaffondabile”?
Solo le barche che superano i test di sicurezza previsti dagli enti certificatori ottengono il marchio CE e possono essere commercializzate in Europa. Tali test verificano l’effettiva resistenza dello scafo all’affondamento quando è completamente allagato. Fantastico, quindi nessuna barca in circolazione può affondare? Non proprio, perchè i test non contemplano il caso in cui lo scafo sia, oltre che allagato, anche sfondato. Dunque le barche possono affondare se si aprono falle nei compartimenti di galleggiamento ricavati nelle intercapedini.
Ma esiste un modo per assicurare l’inaffondabilità anche con falle nello scafo? Sì, ma ad un’unica condizione: il materiale di costruzione della barca deve avere un peso specifico decisamente inferiore a quello dell’acqua. Come il legno, con cui in Zentime facciamo il P8!
Il P8 è:
- realizzato con legno multistrato certificato dal Registro Italiano NAvale, materiale con peso specifico pari ad un quarto di quello della vetroresina;
- dotato di doppie riserve di galleggiamento pneumatiche integrali, a tutta murata.
Il P8 è dunque una barca realmente inaffondabile.
Riserve di galleggiamento pneumatiche reversibili
Le riserve di galleggiamento possono essere sempre utilizzate in due diverse modalità, a seconda del tipo di navigazione da intraprendere. Le riserve pneumatiche esterne sono la chiave del successo del gommone. Tale disposizione delle riserve ha un duplice scopo, perchè alla funzione primaria di riserva si aggiunge quella di stabilizzatore. Ma a volte si desiderano sfruttare le linee di carena native del P8 per ottenere le migliori performance. Ricordiamo infatti che il P8 ha linee di carena (leggi le FAQ) direttamente ereditate dal Dinghy Mirror. Utilizzando allora le riserve di galleggiamento all’interno, si consente alla barca di muoversi in acqua con il minimo attrito.
Propulsione ibrida: mai una propulsione unica
La singola propulsione costituisce un intrinseco punto di debolezza. E’ per questo che sulle barche a motore, ad esempio, è usuale la scelta di installare due motori. Certamente un miglioramento, anche se a volte il problema può riguardare altri elementi della “catena della sicurezza”. La precauzione del secondo motore infatti diventa inutile se il problema riguarda serbatoio o circuiti comuni di alimentazione.
Esempio tipico di guaio (a lieto fine) su barca a propulsione unica.
Sul P8 le propulsioni sono sempre almeno 2 (remi + vela), ma anche 3 se si aggiunge un motore: mix che assicura il migliore livello di sicurezza.